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Cave e fornaci
Cave e fornaci
Il patrimonio dell'Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone
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Descrizione
In tutta l'area visonese è presente una formazione geologica caratteristica, consistente in un circoscritto affioramento di depositi di biocalcarenite databili al Miocene (Aquitaniano inferiore) e localizzabile nel Bacino terziario piemontese, nota anche come pietra di Visone perché diffusamente utilizzata fin dall'epoca romana sia come pietra da taglio che come materia prima per la produzione di calce.
Tra i reperti più antichi realizzati con questo materiale vi sono alcune steli funerarie e capitelli di età romana, conservati presso il Museo archeologico di Acqui Terme, e le colonne della cripta della Cattedrale della stessa città, realizzata in epoca altomedievale riutilizzando materiali di recupero più antichi.
Dopo una apparente sospensione dell’attività estrattiva nei secoli XII-XV, l’uso della pietra di Visone riprende con nuovo vigore a partire dalla fine del ‘400, per realizzare la porta centrale della Cattedrale di Acqui, ma anche sempre più diffusamente per abbellire chiese e palazzi signorili della vicina Acqui Terme. Quando dopo il 1572 il cardinale Michele Bonelli assume la direzione dei lavori per il completamento del grande complesso monumentale di Santa Croce di Bosco Marengo, voluto da suo zio il papa San Pio V, il ricorso alla pietra di Visone per realizzare stipiti e colonne è tale che sulle alture di Visone viene appositamente aperta una nuova cava, chiamata appunto di Santa Croce. Proprio la colonna a fusto monolitico in pietra di Visone, sempre più diffusamente presente in portici, loggiati ed elementi modulari dell’architettura aulica locale, determina progressivamente, fino a tutto il XVIII secolo, un indirizzo e un gusto stilistico non rilevabile in nessuna altra zona oltre l’acquese.
In un documento della prima metà del '500 è attestata in paese anche l'attività di produzione della calce tramite l'uso di una fornace pubblica, il cui ricavato veniva usato dalla Comunità per il pagamento delle imposte ducali.
In epoca più recente, gradualmente tramontato l’uso in architettura, la produzione della calce diventa l'unico impiego per le cave e gli impianti locali. Tale attività è proseguita fino a tutti gli anni ’70 del secolo scorso con i grandi stabilimenti Canepa e Zanoletti ubicati in varie posizioni a ridosso del centro urbano, che dovettero però poi chiudere per motivi di igiene pubblica dovuti proprio alla eccessiva vicinanza con l’abitato.
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[scheda realizzata a cura dell'Archivio Storico Comunale]
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Bibliografia
G. Della Valle -
Istoria del Convento di S. Croce e di tutti i Santi nella terra di Bosco
- 1783, pp. 44-155.
G. Rebora - La commissione delle colonne di casa Della Porta-Veggi - in: “Aquesana”, 2 (1996).
A. Crosetto -
Acqui Terme: indagini archeologiche nella cripta della cattedrale (1991)
- in: “Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte”, 18 (2001), p. 46.
P. Allemani -
Le Cave di Visone. Identità territoriale ed ipotesi di riqualificazione
- tesi di laurea, Genova, 2002.
P. Allemani -
Analisi dei processi di degrado della Pietra di Visone ai fini della sperimentazione di nuove tecniche di consolidamento
- tesi di dottorato, Modena e Reggio Emilia, 2013.
P. Allemani, M. Gomez Seito -
La Pietra di Visone: un significativo indicatore per la lettura dell’edilizia storica del Basso Piemonte
, Firenze, 2018.
Foto
Documenti allegati
Diffusione della pietra di Visone nell'edilizia storica del Basso Piemonte (443,72 KB)
"Andato via" (reportage fotografico delle Cave di Visone by Andrea Repetto) (20,64 MB)
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