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Torre e ruderi del Castello Malaspina



Torre e ruderi del Castello Malaspina

Descrizione

Al termine di piazza Castello si trova la Rocca, che ospitava un borgo fortificato originario dell'XI secolo purtroppo in gran parte recentemente demolito, a cui si può accedere attraverso una alzata su l fossato antistante e una porta di accesso e guardia medievale.

L'impianto originale della struttura difensiva risale certamente almeno al X secolo, dal momento che è attestato in quell'epoca come residenza della discendenza aleramica che dominava sul contado acquese. E' nel castello di Visone, infatti, che il 4 maggio 991 il marchese Anselmo e sua moglie Gisla firmano l'atto di fondazione dell'abbazia benedettina di San Quintino di Spigno: la firma avviene pochi anni dopo le invasioni saracene che, tra il 905 e il 936, avevano portato distruzione e desolazioni, giungendo ad assediare la stessa città di Acqui. Questo importante documento sancisce, all’inizio del secondo millennio, il diritto di dominio della discendenza aleramica su un vasto territorio tra Liguria e Piemonte, indipendente dal potere dei vescovi di Savona e di Acqui e capace di determinarne la storia di queste terre per molti dei secoli a venire.

All'inizio del XX secolo rimanevano ancora importanti rovine del complesso fortificato, insieme a numerose case medievali dell'antico ricetto, come ricorda un annuario del 1911: Visone è notevole per le rovine dell'antico castello e per alcune case dell'epoca medievale (Annuario generale italiano, Roma, 1911, p. 248).

Del castello, frutto di un profondo rimaneggiamento tardo-quattrocentesco operato durante la dominazione dei marchesi Malaspina, rimangono oggi solo pochi resti diroccati, tra i quali svetta ancora sostanzialmente intatta la torre merlata, oggi visitabile fino alla sommità grazie al recente restauro delle scale interne. Dell'antico ricetto medievale restano solo un paio di case, essendo purtroppo il resto stato demolito in epoca recente per far posto al piazzale del Belvedere.

Nel 1968 il maestro Ernesto Ferrari (1894-1973), fabbro artistico acquese di fama internazionale, ha dedicato alla torre di Visone un prezioso medagliore in ferro sbalzato, oggi conservato nel Museo Ferrari di Acqui Terme, e una poesia:

Una eccelsa e vetusta torre
diruta ma non decrepita
salda e robusta ancor si erge
sul ciel e nei secoli
Quante vicende liete e tristi
dell'uman storia delle genti
di grandi e piccol cose e avvenimenti
fosti muta e sorda testimoneTu sei ancor salda e forte
e il tempo non ti fa paura
l'abbandon dell'umana neglizia
non ti preoccupa ancor
Di mille e mille bufere e intemperie
tempeste d'ogni tipo
stagione e direzione
nè i tremendi gel
di lunghi inverni
nessun ebbe possanza in te.
Nessun ha vinto e tutti han perso
il falco volteggia nel solenne e silente ciel
le rondini garriscono intorno,
e nella notte
buia e fonda un lugubre canto
dell'ospite gufo.
 
Il complesso monumentale è censito tra i Luoghi del Cuore FAI e fa parte dei luoghi visitabili durante le Giornate FAI di Primavera e d'Autunno 
 
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[scheda realizzata a cura dell'Archivio Storico Comunale]
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Bibliografia
  • Il Piemonte Paese per Paese Grande Enciclopedia della tua Regione, 121, Casa editrice Bonechi, Firenze, 1996.


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